ANNUAL
1
OTTO ANIME
di FABIO VOLINO
PROLOGO
"Vorrei poter un giorno camminare sulla spiaggia, senza pensieri, senza
il timore che il mostro dentro di me voglia uscire e semini il terrore. E,
spero sempre che non accada mai, anche morte. Sì, mi piacerebbe poter camminare
libero... e vorrei che ci fosse una persona cara accanto a me".
"Caro Bruce, con tutta la complessità che caratterizza il tuo subconscio,
mi stupisce che tu voglia una cosa così banale".
Lo psichiatra Leonard 'Doc' Samson si rigira una penna tra le mani, più e più
volte, incerto se prendere appunti o meno su un soggetto che conosce a menadito.
"Cerco solo di vivere qualcosa che non ho mai avuto: la semplicità"
ribatte Bruce "Ne ho bisogno ora più che mai, dopo l'attacco di
Psycho-Man".
"Pensi di stare chiedendo troppo oppure no?".
"No. Penso di meritarmelo, dopo tutto quello che ho passato. Certo, ho
qualche faccenda in sospeso. Ma chi non ne ha?".
"Mi fa piacere che tu dica questo. E penso, e questo è un consiglio più da
amico che da tuo psicologo, che sia meglio che tu chiuda quelle faccende in
sospeso prima di iniziare questa nuova vita. Facciamo così: scrivi su un foglio
il nome di otto persone che hanno verso di te qualche forma di risentimento...
o addirittura odio. Dovrai ottenere da tutte queste otto persone il loro
perdono".
Bruce Banner riflette qualche istante, poi annuisce, prende un foglio ed una
penna e si appresta a scrivere, ma Doc Samson lo interrompe:"Aspetta,
voglio che tu faccia una sorta di graduatoria: la prima persona è quella che a
tuo parere ha meno risentimento verso di te, l'ultima quella che ne ha di più,
quella da cui a tuo parere sarà più difficile essere perdonato".
Bruce annuisce di nuovo e comincia a scrivere. Ha le idee chiare perchè pochi
secondi dopo consegna il foglio a Leonard Samson: lui lo osserva con grande
attenzione.
"Sai, non mi aspettavo che la persona con più risentimento sarebbe stata
quella che hai indicato. Abbiamo parlato così poco di...".
"Sì, è vero" afferma Bruce "Ma in questi ultimi mesi il suo nome
mi è tornato spesso in mente, non si meritava quello che è successo".
"Allora puoi iniziare, Bruce. E per la prima persona non dovrai andare
molto lontano".
"Già, ce l'ho davanti a me".
1 – DOC
"Comincio da te, Leonard. Anche se tu hai scelto volontariamente di
esporti ai raggi gamma, penso che la tua vita sarebbe stata migliore se non lo
avessi fatto. Non avresti certi rimorsi di coscienza, come nel caso di Doppio
Zero, dormiresti meglio la notte... e voglio sapere se incolpi anche me di
questo".
Samson scuote decisamente la testa in segno di diniego. "Non rimpiango
nemmeno per un istante quella scelta. Mi avrà causato sofferenza, ma nessuno
può prevedere come sarebbero andate le cose se non lo avessi fatto: e con i se
ed i ma, non si ottiene nulla. Magari avrei vissuto una vita più noiosa,
dettata dalla routine... e questa sì che sarebbe stata una grande sofferenza.
Gli errori che ho fatto sono solo miei, le notti insonni appartengono solo a
me. Non devo incolpare nessuno per questo. Non hai bisogno del mio perdono,
Bruce, perchè non hai nulla da farti perdonare".
2 – MARLO
Bruce Banner entra in uno studio musicale dove una band sta registrando una
canzone (i cui suoni sono un po' troppo forti per i suoi gusti). Attende con
pazienza che la sessione termini, poi si avvicina ad una persona che ha
osservato il tutto con molta partecipazione, ballando durante tutta la canzone.
Quando si accorge della presenza di Bruce, praticamente gli si lancia contro e
lo abbraccia.
"Finalmente hai accettato il nostro invito!" esclama Marlo
Chandler-Jones "Erano mesi che ti aspettavamo".
"Sai, sono un uomo con molti impegni" ironizza lo scienziato.
"Chiamo Rick, anche lui vorrà...".
"Prima di lui, vorrei parlare con te".
Banner le spiega cosa Samson gli ha chiesto di fare. "Penso di dovermi
fare perdonare da te. Forse ti piaceva la tua vita di prima, se io non fossi
intervenuto ora magari saresti una persona più serena e non saresti mai...
morta".
"E invece non è così" ribatte Marlo "Non rimpiango nulla della
mia vita precedente, ma di certo non tornerei indietro a riviverla. Tu hai
fatto molto di più per me, mi hai fatto conoscere Rick. E per questo te ne sarò
sempre riconoscente. Non devi cercare il mio perdono".
"E nemmeno il mio" interviene in quel momento un'altra persona.
3 – RICK
"Rick!". Bruce saluta il suo vecchio amico "Finalmente sei
tornato coi piedi per terra".
"Sì, in questi ultimi mesi sono stato il compagno di negabande di un
alieno kree, ma adesso viviamo vite separate... magari un giorno ti racconterò.
Come forse hai già intuito, ho sfruttato le mie conoscenze e sono diventato un
produttore musicale: ho guadagnato un po' di soldi dalla vendita dei miei libri
e dai guadagni come presentatore televisivo ed ho deciso di usarli per
promuovere quelle band musicali che hanno bravura ma non hanno i mezzi per
pubblicizzarsi. Sai, vedo in loro lo stesso sogno che avevo io qualche anno
fa... mi dispiace non aver potuto portare avanti quella carriera. E ormai non
ho più il 'tocco magico' con la chitarra, sono anni che non ho il tempo di
esercitarmi".
"Ce la farai, Rick" dice Bruce "E, sì, volevo parlare anche con
te. Sono felice che tu ritenga di non avere nulla da farmi perdonare. E voglio
che la cosa sia reciproca".
"Spiegati meglio" gli chiede il giovane.
"I Vendicatori mi hanno raccontato che tu ti senti in colpa per quello che
mi è successo, per quello che sono diventato. E che a causa di questo cerchi
inconsciamente la morte gettandoti a capofitto nelle imprese più pericolose,
alleandoti con eroi o alieni per spingerti sempre al limite. Ecco, non devi
sentirti in colpa per me. Una delle poche cose di cui vado fiero in vita mia è
averti salvato la vita: guardati attorno, guarda cosa avremmo perso se non lo
avessi fatto. Quindi, Rick, smettila di colpevolizzarti".
Rick Jones annuisce. "Avevo iniziato a farlo qualche tempo fa, ma le tue
parole non fanno altro che darmi più voglia di andare avanti. Puoi proseguire
nel tuo percorso, amico mio".
4 – JEN
Bruce aspetta con pazienza, seduto presso il tavolino di un bar. Ad un
tratto un passante urta il suo tavolino e rovescia la tazza di caffè che stava
sopra di esso: il liquido cade a terra, mancando i suoi vestiti di pochi
centimetri. Il passante continua come se niente fosse successo.
"Non ha nulla da dire?" lo blocca Bruce.
L'uomo lo guarda incuriosito. "Cosa vuoi?".
"Magari delle scuse per il suo comportamento incivile sarebbero
gradite".
L'uomo è il doppio come stazza dello scienziato e col volto mostra di non
gradire. "Vuoi un pugno in faccia?".
"Non le converrebbe".
"Ah sì? E come mai?" ribatte l'uomo tirando indietro la mano prima
che qualcuno gliela blocchi. Dopo una esclamazione di dolore, si volta e trova
un colosso di giada verde.
"Perchè io sono il suo avvocato" è la risposta di She-Hulk.
L'uomo balbetta qualcosa di incomprensibile, poi si volta verso Bruce Banner.
"Le chiedo scusa. Mi dispiace davvero" dice prima di allontanarsi con
passo svelto.
Jennifer Walters si concede un piccolo sorriso, poi abbraccia suo cugino.
"Sono davvero felice che tu sia passato a trovarmi, senza invasioni aliene
di mezzo".
"Sai, a volte è giusto anche concedersi un momento di pausa" dice
Bruce "Samson ti ha avvertito?".
"Ha detto solo che tu avevi qualcosa da chiedermi".
I due si siedono presso lo stesso tavolo, con la sedia che con qualche sforzo
sostiene il peso di She-Hulk. "Mi piacerebbe poterti parlare nel tuo
aspetto di Jennifer. A te manca essere lei?".
"No, per niente. E tu lo sai bene. Jennifer Walters è quella parte di me
che preferisco lasciare sepolta e farla tornare solo ogni tanto, io adoro
essere She-Hulk".
"Non ce l'hai con me per quello che ti ho fatto? Per aver compromesso la
tua promettente carriera da avvocato? So che hai avuto difficoltà all’inizio a
trovare dei clienti, alcuni temevano il tuo aspetto. Ed anche il rapporto con
tuo padre non è dei più facili, per via di quello che sei".
"Dovrei avercela con te perchè mi hai salvato la vita? Quella trasfusione
ha cambiato ciò che ero... e che non voglio più tornare ad essere. Se qualcuno
mi vedeva come un mostro, uno scherzo della natura, era un problema suo: perchè
dovrei preoccuparmi dell'ipocrisia degli altri? Perchè dare loro questa
importanza che non meritano? I problemi con mio padre infine sono solo miei ed
esistevano da prima che diventassi She-Hulk, tu non hai alcuna colpa per
questo. Io continuerò a fare quello che so fare, al meglio: battermi per ciò che
è giusto, come avvocato o... come gigantessa verde".
Bruce Banner si concede un leggero sorriso. "Ero venuto a chiedere il tuo
perdono".
"Non ne hai bisogno. Hai già la mia stima ed il mio rispetto".
5 – MATT
Non era mai venuto prima qui. Ha visto tante, troppe tombe in vita sua, ma
non è questo il motivo. La ragione è che detestava questa persona e quel
risentimento ha impedito che le concedesse anche questa forma di rispetto.
Nonostante ciò che questa persona ha fatto contro di lui, prova vergogna per questo.
Accanto a Bruce, si presenta qualcun altro.
"Sono felice che abbia accettato il mio invito" dice lo scienziato.
"Non è stato semplice" ribatte l'altro "Ho avuto più di un
ripensamento prima di venire qui".
Glenn Talbot è stato uno dei più fieri avversari di Bruce Banner e di Hulk allo
stesso tempo. Rivali in amore, rivali in guerra. Una guerra in cui alla fine
uno dei due ha avuto la peggio ed è caduto, senza onore.
"Io penso che tra i Banner ed i Talbot ci sia stato troppo rancore"
dice Bruce "Rancore che forse c'è ancora, pur dopo tutto questo tempo. E
ha fatto solo dei danni. Anch'io ho commesso degli errori, lo riconosco. Sono
stato accecato dall'odio... qualcosa che avevo giurato di non fare, perchè...
mi rende troppo simile a mio padre".
"Da quando ho ripreso la caccia a Hulk ho pensato molto a mio zio"
dice Matt Talbot "All'inizio ero convinto delle sue motivazioni, del fatto
che fosse giusto dargli la caccia. Poi ho avuto dei ripensamenti. Non è un caso
se lei non mi ha più visto in tutto questo tempo. Hulk può rappresentare una
minaccia, lei Banner certamente no. Spero col tempo di non dovermi pentire di
questa scelta ma, come ha detto lei, c'è stato fin troppo rancore tra le nostre
due famiglie ed è tempo di sotterrare l'ascia di guerra".
Bruce tende la mano. "Io chiedo il suo perdono".
Dopo un istante, Matt Talbot gliela stringe. "D'accordo".
6 – EMIL
La sicurezza in questa ex base Hulkbuster è impressionante. Bruce Banner
rivive nella sua mente ricordi spiacevoli del suo passato. Quando era lui il
prigioniero, la vittima, e non colui che è venuto ad incontrare. I soldati
sanno chi è lui e lo guardano con cospetto, Bruce cerca con difficoltà di non
farci caso.
Arriva infine davanti alla persona con cui vuole parlare, la quale sta
rivedendo per l'ennesima volta un filmato su uno schermo, di una ballerina. La
sua attenzione viene catturata dal suo visitatore. "Banner. Credevo che
non ti avrei rivisto mai più".
"Vedo che ti sei riconsegnato alle autorità dopo il nostro ultimo scontro.
Sono venuto a farti una proposta, Blonsky. Ti dò la possibilità di tornare a
casa".
"Questo non è possibile. Come hai ottenuto la mia liberazione?".
"Ho amicizie influenti. Però non si tratta di una liberazione, ma di una
estradizione. Tornerai in Russia, ma lì dovrai rispondere dei tuoi crimini.
Scegli tu: vuoi continuare ad essere uno straniero in terra straniera o essere
più vicino alle persone a te care?".
"Ho solo una ex moglie lì, lo sai bene, innamorata di un altro. Ed un
fratello minore, che non ho mai conosciuto e che da quanto so mi odia".
"Se credi che rimanere qui a rivivere per sempre un passato morto e
sepolto sia la cosa migliore per te, io non te lo impedirò. Però se ritorni
avrai più possibilità di dimostrare a quelle persone che sei cambiato. Lascio a
te la scelta".
Bruce Banner si allontana ed esce dalla base, a prendere un po' di aria fresca.
Gli è stato difficile tenere un atteggiamento riflessivo lì dentro. Attende
qualche minuto, poi rientra.
"Hai preso la tua decisione, Blonsky?".
"Ho solo una domanda: perchè stai facendo questo per me? Sai che io ho...
sai quello che ho fatto".
"Sto cercando il tuo perdono".
"Il mio perdono?".
"Se Hulk non fosse mai esistito, il tuo paese non ti avrebbe mandato in
missione, non saresti diventato l'Abominio. E forse adesso saresti ancora
accanto a tua moglie e tuo fratello non ti odierebbe. Non dirmi che non ci hai
mai pensato".
"Certo che ci ho pensato. Ma ora penso che, se dovevo vendicarmi, non
dovevo farlo contro di te. Quindi non sei tu che devi chiedere perdono a me,
sono io che lo chiedo. Non voglio sottrarmi alle mie colpe: tornerò in Russia e
risponderò delle accuse. È giusto così".
"Molto bene, Blonsky. Quanto al fatto di perdonarti per quello che hai
fatto... forse sarò un essere meschino, ma non me la sento di farlo".
"Sei solo un essere umano, Banner".
7 – THUNDERBOLT
Bruce Banner assapora l'aria fresca di questa zona montuosa, lontano dai
centri abitati. Il luogo dove è andato a rintanarsi un uomo che ha segnato la
sua vita, molto più nel male che nel bene. Un uomo che ha perso tutto. Un uomo
a cui lui, Banner, vuole chiedere perdono.
L'ex generale Thaddeus Ross, soprannominato Thunderbolts, esce dalla sua baita
con in mano una canna da pesca, per andare al vicino laghetto a passare una
mattinata tranquilla. Non lo sarà più. Non può far finta di non vedere Bruce,
così lo oltrepassa senza degnarlo di una parola.
"Non ha proprio niente da dirmi?" gli chiede lo scienziato.
Ross si ferma e finalmente gli concede un po' di attenzione. "Sì, vattene
dalla mia proprietà".
"Non lo farò".
"Mi sono sempre chiesto...".
"... Cosa ci trovasse di buono Betty in me" conclude Banner "Sì,
lo ha detto mille volte. Se lo è domandato così tanto che ormai si è dato una
risposta da tempo, ne sono certo. Solo che non vuole ammetterlo".
Ross gli si avvicina. "Che cosa vuoi?" digrigna.
"Il suo perdono".
"Non so per cosa lo vuoi, ma te lo puoi scordare".
"Se ha qualche motivo di rancore verso di me, me lo dica ed io non mi
arrabbierò".
"Ce l'ho con te perchè mia figlia è morta".
"L'ha uccisa Blonsky".
"Ma se non fosse stato per te...".
"Sì, esatto, forse lei sarebbe ancora viva. E poi è a causa mia se lei è
stato congedato dall'esercito senza onore. E sempre per colpa di Hulk, almeno
così pensa lei, sono morte brave persone come Glenn Talbot.
Qualcos'altro?".
"Direi che è fin troppo" si concede un po' di ironia Ross.
"Giusto. Allora rinnovo la mia richiesta: chiedo il suo perdono per ciò
che le ho fatto. Il mio è un percorso di redenzione: se lei non vuole
concedermelo, allora termina qui ed io avrò fallito. La scelta è solo
sua".
Ross rimane in silenzio per alcuni secondi e si prepara a rispondere, ma Banner
ha un'ultima cosa da dire:"Voglio però aggiungere che io la rispetto.
Posso non condividere le sue motivazioni, ma rispetto quello che ha fatto
perchè so, so molto bene cosa ha perduto in nome delle sue convinzioni. Un eroe
ricompensato con un matrimonio fallito e la propria figlia morta. Anche il mio
matrimonio è fallito... anche io ho perso un figlio. Con questo non voglio dire
che siamo simili noi due, ma...". Bruce si interrompe un attimo, poi
riprende:"Insomma, stare qui da solo le avrà dato modo di riflettere. Non
aggiungo altro".
Ross infine può parlare. "Nessun perdono da parte mia, puoi
andartene".
"Come vuole".
Bruce Banner comincia ad allontanarsi, ma poco dopo Ross lo chiama. China il
capo, senza guardarlo mai in faccia, infine parla. "Ascolta, Banner, mi
sono stancato di questo continuo... gioco delle parti tra noi. Ne ho
abbastanza, voglio solo essere lasciato in pace. Quindi, siccome so che Betty
lo avrebbe voluto, ti dò il mio perdono, se è questo che vuoi".
"Non conta quello che voglio io o che voleva Betty. Deve volerlo
lei".
Ross annuisce. "Allora te lo concedo. Basta con i nostri rancori. Solo, ti
prego, non venirmi più a trovare, ti chiedo solo questo".
"Certamente. E la ringrazio".
Bruce è tentato di provare a tendere la sua mano, poi desiste e se ne va. Ross
aspetta che scompaia alla vista, un tempo molto lungo, poi si reca nel
sottoscala della sua baita. Un sottoscala che nasconde una immensa stanza, dove
è presente il corpo criogenicamente conservato di Betty Banner. Arnim Zola gli
ha dato una speranza di farla rivivere, ma lui ancora esita. Banner poteva
essere una seccatura, ma adesso starà fuori per sempre dalla sua vita. Ross
ancora esita, ma fino a quando?
8 – CHARLIE
Bruce non credeva che l'avrebbe mai più rivisto, eppure questa persona ha
avuto una così grande importanza nella sua vita. La prima che, insieme a suo
padre, abbia fatto emergere l'Hulk che è in lui.
"Sono felice che lei sia venuto" dice la psicologa Claire Belling
"Io e Charlie abbiamo parlato molto di lei, inevitabilmente. Sta facendo
grandi passi in avanti e presto potrà uscire di qui. Una sua visita gli farà
bene, vada pure".
Bruce Banner entra in una stanza, rimanendo stupito nel trovare attaccato alle
pareti molte foto o articoli di giornale incentrati su di lui. Al centro della
stanza ci sono un tavolo ed una sedia, sulla quale c'è il suo interlocutore. Si
chiama Charlie Colon: era un bulletto del liceo che lo tormentava. Ma dopo
l'ennesimo scherzo di pessimo gusto ai suoi danni, Bruce non ha saputo più
contenere la sua rabbia e lo ha massacrato di botte. Mentre questo accadeva,
Charlie vedeva alle sue spalle un gigante di giada, che ha perseguitato per
anni i suoi incubi. Il risultato è che Bruce è stato scelto dall'esercito
americano come uno dei suoi scienziati di punta, mentre Charlie è finito
rinchiuso tra queste quattro mura. Bruce Banner deve ancora espiare questo suo
peccato originale, è sicuramente Charlie la persona che più ha motivo di
risentimento nei suoi confronti.
Lo scienziato si siede. "Ciao, Charlie. Sono felice di rivederti, è
passato molto tempo".
"Ciao, Banner". Il tono dell'uomo è sicuro e deciso "Quando mi
hanno detto che eri tu, non volevo crederci. Cosa fai adesso?".
"Sono uno scienziato, almeno... cerco di esserlo".
"Sì, eri il più bravo al liceo. Mi hanno detto che recentemente tua moglie
è morta, mi dispiace molto".
"Ti ringrazio, Charlie. Senti, io volevo chiederti scusa...".
Charlie Colon alza una mano e lo interrompe:"No, Bruce, non ti devi
scusare di niente. Sono io che ho sbagliato con te, ti ho trattato male. Mi
sono meritato ogni pugno che ho ricevuto e poi, per nascondere la mia vergogna,
ho finto di avere delle allucinazioni. So che sei quel mostro verde che ho
visto quel giorno... che ho creduto di aver visto quel giorno, ma non conta più
nulla. Ho solo sprecato anni della mia vita. Voglio uscire al più presto da qui
e ricominciare".
"Mi fa piacere sentirti dire queste parole. Se vuoi, possiamo incontrarci
quando uscirai di qui".
"Certo, non dubitare. Ci rivedremo di sicuro. Ora però, se non ti
dispiace, vorrei leggere, poi ho una seduta".
"Sicuro" dice Banner alzandosi "Ti ringrazio ancora per avermi
voluto rivedere".
Lo scienziato esce dalla stanza. Charlie si alza e lo osserva dalla finestra,
mentre prende un taxi. "Oh sì, Bruce, ci rivedremo" pensa "Ho
imbrogliato tutti: la mia psicologa che pensa che io sia un uomo nuovo, tu...
ma quando uscirò da qui ti troverò e ti ucciderò. Ucciderò te e Hulk!".
EPILOGO
"Allora?" chiede Samson "Com'è stata questa
esperienza?".
"Strana, particolare" risponde Bruce "Ma era quello di cui avevo
bisogno. Mi sento più... sollevato".
"Sai, ogni giorno ognuno di noi deve tenere a bada i propri demoni
interiori. Tu devi far sì invece che questo non venga alla luce, nemmeno per un
istante. Ciò che hai fatto in questi ultimi due giorni va verso questa
direzione".
"Sì, io ogni giorno combatto per non far emergere Hulk. Ed ogni giorno è
una continua sofferenza, e so che alla fine il mostro prevarrà... ed uscirà. Ma
non mi arrenderò mai, lotterò fino alla fine".
"Mi piace il tuo spirito, Bruce. E hai visto dove ti ho portato?".
Lo scienziato sorride:"Avevo notato la spiaggia da un miglio di
distanza".
"Vai a fare una bella passeggiata".
Bruce Banner cammina a piedi scalzi vicino al mare, l'acqua che lo sfiora, la
sabbia tiepida sotto di lui. Ad un tratto un cane gli si avvicina e comincia a
fargli le feste.
"Lascia stare quel signore, Beal!" giunge la sua padrona, il cui
volto ha fattezze vagamente indiane.
"No, non si preoccupi" dice Bruce "Non mi dà nessun
disturbo".
"Ha sempre voglia di giocare".
"Sì, è la sua natura".
"Io mi chiamo Daphna".
"Ed io Bruce. Posso... offrirti un caffè?".
"Perchè no?".
Da lontano, Leonard Samson osserva soddisfatto.
ABOMINIO
in:
RITORNO A CASA
di FABIO VOLINO
Un notevole dispiegamento di forze si è piazzato lungo una pista di un
aeroporto militare di Mosca. Neanche per l'arrivo del primo ministro c'è stato
un tale sfoggio di armi e uomini, ma la persona che sta per atterrare è
decisamente speciale.
Un aereo di colore nero atterra e, dopo alcuni uomini armati dello SHIELD, esce
la persona di cui sopra: Emil Blonsky, l'Abominio, le mani bloccate da imponenti
manette che annullano la sua incredibile forza.
"Cosa si prova a tornare a casa?" gli chiede Gabriel Jones.
"L'aria qui è più fresca di quella del vostro paese" ribatte Blonsky.
"Sembra che qualcuno ti stesse aspettando".
Abominio non è felice di questo, poichè ha riconosciuto chi è. Anche se
l'ultima volta che l'ha visto è stato più di dieci anni fa. Si tratta di suo
fratello Viktor.
Costui si avvicina. "Mi hanno chiamato nel cuore della notte" dice
"Mi hanno detto che ti stavano estradando dagli Stati Uniti e se volevo
rivederti. Sono stato tentato di sbattere loro il telefono in faccia. Poi però
ho pensato che forse ti saresti fatto delle illusioni, che avresti coltivato
qualche speranza, ed allora ho pensato che era meglio chiarirci fin dal principio.
Noi due non abbiamo niente da spartire. Non provare a contattarmi, a
telefonarmi... non fare niente. Lasciami in pace".
"Vorrei rimediare a quello che ho fatto" cerca di scusarsi Blonsky.
"Ormai è troppo tardi".
Viktor Blonsky si allontana, mentre a poca distanza da lì il destino tesse la
sua ironica tela. Un cavo dell'alta tensione, che da tempo necessitava di una
manutenzione non portata avanti a causa di alcuni tagli al budget, si spezza e
cadendo a terra tocca un generatore elettrico. C'è una scarica elettrostatica
fortissima, assordante, che non è priva di conseguenze: un globo di luce si
forma da quella scarica e dopo una figura umanoide compare, Zzaxx.
I militari lo attaccano, senza fortuna, mentre Zzaxx se ne libera con le sue
scariche elettriche. Anche gli agenti SHIELD non hanno migliore fortuna.
"Liberami" chiede Abominio a Gabe Jones.
"Tu sei pazzo".
"Il pazzo sei tu che non lo fai e vedi morire i tuoi uomini. Sai bene che
solo io ho qualche speranza di sconfiggere quella cosa".
Gabe Jones sa che Blonsky ha ragione e così disattiva le sue manette, sperando
di non doversene pentire. Abominio si lancia contro Zzaxx, che lo colpisce
subito con potenti scariche elettriche: lui imperterrito resiste e con un
potente battito delle sue mani ne disperde per un istante la consistenza. Zzaxx
torna all'attacco, ma Abominio rinnova più volte lo stesso attacco ed alla fine
l'essere elettrico scompare letteralmente nel nulla.
"Dove sarà finito?" si interroga Jones.
"Si sarà disperso nell'atmosfera" prova a rispondere Blonsky "Ma
un giorno si riformerà ed io sarò pronto".
"Sei stato fortunato che non fosse al massimo della sua potenza".
"Rimettimi le manette".
L'agente SHIELD rimane colpito da quest'ultima affermazione, ma non esita un
istante di troppo.
Poco dopo Blonsky viene portato via dalle forze armate russe. Ad un tratto
Abominio nota in lontananza suo fratello Viktor: a quanto pare ha visto
l'intera battaglia. Forse un giorno le cose cambieranno tra loro due. Forse.
FINE
Note dell'Autore: Un particolare di MIT che forse non viene spesso
sottolineato è che esso, partendo da un certo punto della continuity Marvel
(quando Joe Quesada era ancora solo un disegnatore, pensate un po'), ha una
propria identità... quantomeno, ci prova. Chiaro che i personaggi sono diversi
dalle loro controparti Marvel.
Hulk, ad esempio, pur essendo apparso non così tante volte in questo decennio e
passa (sì, lo so, è un peccato) ne è una dimostrazione. Da noi non è mai stato
esiliato nello spazio, non ha mai avuto due figli e Ross e Betty non sono mai
diventati l'Hulk Rosso e la She-Hulk Rossa... ah sì, Doc Samson è ancora vivo.
Io che mi sono lamentato di quanto poco sia apparso Hulk da noi, vi dico ora
che questa sarà per un po' la sua ultima storia... a meno che uno di voi (sconvolto
da questa grave mancanza) non voglia riparare al danno. Pensate che abbiamo
persino una pagina Facebook in cui potete proporre le vostre idee!
http://www.facebook.com/pages/Marvel-It/158564767501446?fref=ts
Inutili note di continuity. Rick Jones era stato visto l'ultima volta sulla
serie di Capitan Marvel, ma ora sembra essersi separato da lui. Come e perchè
verrà raccontato nel nr. 33 della serie di Capitan Marvel. Excelsior!